domenica 8 gennaio 2017

La tomba di Noghai

Le 4 tombe sopra alla collina erano semplici, ma ognuna possedeva una pesante lapide.
3 tombe sembravano intatte, ma la prima a destra aveva un grande foro. Non era scavata, sembrava piuttosto che qualcosa ne fosse uscito. La terra era compatta, segno che il buco non era recente.
Sulla lapide stava scritto "NOGHAI MEDU TRIBU MURKIT" e più sotto "Era un grande cacciatore, ma fu ucciso dalla sua preda".
Tutti guardarono Noghai, ma il cacciatore non riuscì a fornire spiegazioni.
Due fatti inspiegabili che riguardavano Noghai nel giro di poche ore, che stava accadendo?
Le altre 3 tombe non erano meno interessanti.
Sulla lapide della prima da sinistra stava scritto "VILCU OSYBUS". Sotto al nome vi era scolpita una rosa blu. Questo particolare attirò l'attenzione di Helena (segui la rosa blu..). Sotto alla rosa vi era scritto "Figlio di un trucidatore, fu trucidato".
Il suo cognome Osybus riportava alla mente i Preti di Osybus di cui faceva parte Gustav Durst. Inizialmente si pensava che Osybus fosse una divinità dimenticata, forse invece era solo un cognome.

Sulla lapide della 2° tomba da sinistra stava scritto "ASTRID UIGHUR". Sotto al nome proseguiva con "Aveva il cuore colmo d'amore, non vide la spada che l'ha spezzato". Alla base della lapide c'era un piccolo totem di legno ethengariano. Sia Noghai che Grog lo riconobbero come un totem della tribu Uighur.
Helena invece sbiancò...quel nome era di sua sorella che stava da tempo cercando... la sua vita era quindi finita qui? Com'era morta? Chi l'aveva seppellita? Era sua sorella?
Infine sulla lapide della 3° tomba c'era il seguente nome "SERAZ DURST" e sotto "si definiva un grande alchimista, ma sbagliò pozione".
Seraz forse era uno dei tanti Durst alchimisti e la vicinanza al mulino di famiglia poteva confermare la sua appartenenza familiare.
Quattro tombe, quattro storie differenti e un luogo di sepoltura comune.
Il sole non sarebbe rimasto in cielo per molto. Vallaki non era così distante, ma forse era il caso di provare a chiedere ospitalità al mulino.

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